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Il Quarto Potere

Segnalo un articolo tratto dal solito ricchissimo sito Ferpi Una nuova funzione per le redazioni: diventare una “info-struttura” per la comunità .
Proprio qualche giorno fa ragionavo sul “potere” dei giornalisti nei confronti delle masse soprattutto in relazione ai diversi fatti di cronaca (spesso nera) accaduti ultimamente.
E’ cosa nota che i giornali, a seconda dell’argomento del momento, tagliano le notizie dando maggior risalto ad un avvenimento piuttosto che ad un altro. Un esempio: pensate che in questi ultimi mesi non sia mai cascato un aereo? Eppure fino ad un paio d’anni fa eravamo informati anche se il più piccolo dei Cesna finiva il carburante.
Oggi sulle prime pagine dei giornali possiamo trovare anche un rumeno che passa con il rosso…
Anche gli episodi di vera e propria guerra civile verificatisi dopo l’uccisione del giovane Sandri sono frutto di diversi errori di comunicazione, sia da parte delle Forze dell’Ordine, sia da parte di giornalisti troppo frettolosi di uscire con notizie non confermate. Risultato: il caos!
Insomma, quando si parla di quarto potere non lo si fa a caso.
Forse è proprio il caso di ripensare al ruolo della stampa all’interno della società e per questo motivo mi piace segnalare questo articolo tratto dal blog di Newspaper Association of America . Che ne pensate?

Una ricerca sul (controverso) rapporto tra relatori pubblici e giornalisti

Non potevo non segnalare la ricerca che Toni Muzi Falconi e Chiara Valentini stanno conducendo e che riguarda il rapporto tra relatori pubblici e giornalisti.

Rispondete e diffondete il questionario!

Molto spesso questo rapporto è controverso, teso, poco ben definito. Molte volte succede che il confine tra i due “mondi” sia così labile (se di confine si può parlare) da non vederci chiaro nemmeno chi si trova in mezzo.

Personalmente preferisco considerarli due facce della stessa medaglia, con il distinguo che riguarda l’approccio che un relatore pubblico dovrebbe, a mio avviso, avere: la stampa (web, radio, carta) è uno dei mezzi di comunicazione, il cui uso, come strumento e non come mero fine, dovrebbe rientrare in tutte quelle attività continuative volte per creare e mantenere una rete di relazioni con i diversi pubblici di riferimento dell’organizzazione per la quale lavora.

Il relatore pubblico dovrebbe fare relazioni (quindi media relations, non semplice addetto stampa), il giornalista occuparsi di informazione.

Difficile che un giornalista che non ha fatto altro nella vita possa fare comunicazione, anche se potrebbe sempre avanzare la famosa frase di Paul Watzlawick: “E’ impossibile non comunicare”…

Che ne dite?


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